Vini e alcolici contraffatti: riconoscere le frodi e tutelare prodotti e consumatori
15 Jul

Vini e alcolici contraffatti: riconoscere le frodi e tutelare prodotti e consumatori


Vini e alcolici contraffatti costano ogni anno alle aziende europee perdite nell’ordine dei 5,2 MLD di euro, con un incidenza del - 5,2% rispetto al business regolare. Colpiti dal fenomeno, in vario modo, tutti gli operatori del settore. Ad aggiornare i numeri di un fenomeno noto da sempre è l’Ufficio dell'Unione Europea per la Protezione della Proprietà Intellettuale

 

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Vini e alcolici contraffatti impattano su tutto il Sistema Paese

Le frodi che caratterizzano il comparto del wine & spirits causano perdite complessive a chi, nella filiera, lavora onestamente e secondo le regole. Il computo fatto dagli analisti stima ricadute economico-sociali importanti. 

 

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Quanto costa la lotta alla contraffazione di vini e alcolici

Il costo economico della violazione dei Diritti di Proprietà Intellettuale (DPI) nel settore degli alcolici e dei vini valutato dagli esperti dell’EUIPO include le perdite dirette ed indirette, in termini di entrate settoriali e di posti di lavoro, dovute alla presenza di prodotti contraffatti, nonché l'impatto sulle finanze pubbliche, incluse le accise. Nel computo degli analisti sono stati considerati tutti gli aspetti legati alla produzione di alcolici e vini: distillazione, rettifica e miscelatura. 

Più in dettaglio sono state analizzate tutti gli aspetti di ogni settore.

 

  • produzione di bevande alcoliche distillate: whisky, brandy, gin, liquori e così via
  • produzione di bibite mescolate con bevande alcoliche distillate
  • miscelatura di alcolici distillati
  • produzione di vini da uve

 

  • produzione di vini
  • produzione di vini spumanti
  • produzione di vini da mosto d'uva concentrato
  • miscelatura, trattamento ed imbottigliamento di vini
  • produzione di vini analcolici o a basso tasso alcolico

 

Come e perché contrastare le frodi è doveroso

Il concetto di frode nell’ambito dei vini e degli alcolici va ben oltre la semplice falsificazione delle etichette. L’adulterazione può comportare varie tecniche come la diluizione con acqua, l’aggiunta di alcool, zucchero o vino di bassa qualità in uno di qualità superiore. La sostituzione di un vino all'ingrosso con un vino economico o, nel peggiore dei casi, adulterato con ingredienti non conformi e imbottigliato in una confezione prestigiosa possono arrivare a compromettere seriamente la salute dei consumatori. Questo tipo di frode aumenta il valore commerciale e/o il volume dei prodotti ed è praticato da tempo dagli stessi rivenditori e produttori. A questo si aggiungono furti nei siti di produzione e stoccaggio per rivendere sul mercato nero le bottiglie ma anche la commercializzazione di vini danneggiati senza che il produttore originale possa averne contezza. 

 

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La dematerializzazione delle relazioni non aiuta la trasparenza

Più difficile, invece, è monitorare e tracciare le frodi legate al commercio all'ingrosso ed al dettaglio anche perché al momento non esiste ancora una banca dati che raccoglie tutti i dati pubblici ufficiali e non ufficiali. Le cronache, comunque, continuano a documentare episodi sempre più frequenti di vini e alcolici contraffatti. Durante la pandemia l'aumento delle vendite online di vino pregiato sia al dettaglio che all'asta e la mancanza di controlli a causa di restrizioni di viaggio, chiusure e persino licenziamenti in tutti i canali ha dato a criminali e truffatori maggiore opportunità di frode. Anche sul fronte del mercato grigio, canale secondario ma legale, sono aumentati i vini originali venduti online a prezzi più bassi e senza le dovute garanzie di qualità dei canali tradizionali. A questo si aggiunge anche un altro fenomeno: al di là di sommelier e case d’asta, infatti, si sta assistendo alla crescita degli acquisti online e dei nuovi collezionisti che vogliono solo acquistare invece di creare relazioni dirette con i produttori, il che sta contribuendo a creare un divario che da sempre più margine di manovra ai contraffattori. 

 

I più penalizzati sono i non intenditori

Le frodi generalmente sono associate ai produttori e ai rivenditori metre le frodi da collezione sono sempre legate a terzi e mercati secondari (e raramente alle stesse cantine). Come fanno notare gli osservatori, negli ultimi 40 anni la richiesta di annate antiche e rare di specifici vini è aumentata enormemente. Il problema è che non sempre gli acquirenti no solo non sono veri intenditori di vino ma, molto spesso, acquistano vini pregiati non per degustarli ma solo come puro investimento. Questo mercato in espansione ha fatto aumentare i prezzi e, a sua volta, favorito la contraffazione delle singole bottiglie come pratica redditizia, dallo scambio dell'etichetta di un grande vino di annata minore con quella di uno migliore alla ricreazione di bottiglie che assomigliano alla versione originale che viene scopiazzata. 

 

Le forze dell’ordine combattono la contraffazione

Solo tra dicembre 2019 e giugno 2020 le autorità doganali e di polizia hanno sequestrato oltre 1 milione di litri di vino e bevande alcoliche contraffatte grazie a un'azione mirata condotta dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) nell'ambito di un'operazione congiunta Europol-Interpol denominata OPSON IX. L'OLAF ha coordinato le attività di 17 paesi UE e di due paesi terzi che hanno partecipato: Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Norvegia e Regno Unito. A seguito dell'operazione, sono stati sequestrati ben 1,2 milioni di litri di bevande alcoliche, di cui la maggior parte erano vini. 

 

Vini e alcolici contraffatti: esempi recenti

Il livello di creatività della criminalità organizzata è inimmaginabile. In molti ristoranti e hotel che vendono vino di fascia alta, ad esempio, le bottiglie di marca una volta svuotate non vengono distrutte. Capitano così episodi in cui il personale poco rispettabile realizza un notevole introito collaterale vendendo le bottiglie usate. A scoprirlo i Carabinieri NAS italiani di Firenze, supportati da Europol, che nel giugno del 2020 hanno intercettato una rete di contraffattori che vendevano vini italiani premium falsi online utilizzando bottiglie autentiche vuote raccolte da vari ristoranti, riempite con vini economici di diverse origini e vendute online o in hard discount. Le bottiglie erano state sigillate con tappi di sughero e capsule contraffatte di colore diverso o simile all'originale e completate di pellicole di confezionamento e falsi sigilli di garanzia di mascheratura per celare la mancanza di segni distintivi sulle capsule utilizzate per le unità contraffatte.

 

Vini e alcolici contraffatti: come riconoscerli

Quali sono i criteri per riconoscere le frodi che si nascondono nelle bottiglie? Ecco 5 best practice da conoscere.

  1. La prima regola aurea quando si acquistano vini e alcolici è di fare attenzione a dove si acquista e la provenienza. Sebbene i recenti scandali di contraffazione abbiano dimostrato che la provenienza non è sempre l'indicazione più sicura dell'annata, è comunque un'importante indicazione di autenticità. I vini che hanno le provenienze più ampiamente documentate sono una scommessa abbastanza sicura. Se la storia della proprietà di un vino è discutibile e non molto ben documentata, la sua autenticità è sospetta.
  2. Gli esperti hanno una cultura e un’esperienza che permette loro di riconoscere una serie di dettagli che dimostrano l’autenticità delle bottiglie come filigrane, colori dell'inchiostro, stili di carta, ologrammi e fattura delle etichette che vanno interpretate come vere e proprie opere d'arte (ad esempio la pecora sull'etichetta Mouton non può avere un ricciolo in più nel suo vello). 
  3. Le etichette rimangono una fonte di informazioni importantissima: dalla loro colorazione e composizione della carta a come vengono applicate. Alcuni vini contraffatti sono stati rivelati semplicemente notando errori tipografici nell'etichetta. Errori di ortografia, accenti mancanti e discrepanze nei caratteri sono una forte indicazione di contraffazione.
  4. Le forze dell’ordine e gli investigatori esperti, invece, usano strumenti ausiliari come le torce UV per rilevare adesivi e fibre traccianti intessute nella carta delle etichette, sapendo quando e come sono stati utilizzati determinati materiali. Una torcia UV, ad esempio, rileverà e illuminerà l’ultrabianco, un componente di carta introdotto nel 1957. Quindi, se una bottiglia di Cheval Blanc del '47 si illumina, è chiaramente un falso.
  5. Anche una capsula tagliata o increspata su una bottiglia più vecchia potrebbe indicare che è stata riempita e sostituita (il piombo è stato gradualmente eliminato negli anni '80, quindi una capsula sostitutiva potrebbe essere un materiale alternativo più nuovo). Gli esperti conoscono la lunghezza dei tappi di sughero in alcune denominazioni, le cui chiusure sono marchiate a fuoco anziché inchiostrate, così come le opere d'arte di famose cantine. 

 

I vantaggi della tecnologia VeriCode

VeriCode è una tecnologia innovativa, facile da implementare e da utilizzare. A ogni prodotto viene assegnato un codice identificativo univoco inalterabile che lo rende non solo unico ma anche tracciabile in mezzo a tutti gli altri. Dalla produzione alla logistica fino ad arrivare al consumatore finale, il prodotto riporta un sistema di codifica che può essere letto dagli operatori della filiera tramite un semplice code scanner o un sistema RFID, mentre il sistema registra la lettura mantenendo tutti i dati raccolti. In questo modo il produttore ha sempre una visione completa dell’iter dei propri articoli, avendo traccia dei centri di distribuzione a cui i prodotti arrivano arrivando a mappare la localizzazione dei consumatori finali che effettuano l’acquisto e che utilizzano il codice per controllare l’autenticità del prodotto. Questo permette di identificare in tempo reale qualsiasi irregolarità della filiera di distribuzione e di vendita, attraverso una tracciabilità completa e sicura.